La Sicilia preistorica e il Mediterraneo delle relazioni nelle opere di Carlo Ruta e Sebastiano Tusa

Furci Siculo presso il Centro Diurno  Lunedi 31 luglio ore 21.00 –

Il Mediterraneo oltre il jihad e le crociate di Carlo Ruta, per le Edizioni di storia e studi sociali, nasce con uno scopo particolare: quello di indagare la storia di una sinergia profonda che segna, malgrado tutto, il fondamento del rapporto tra l’Europa cristiana e il mondo arabo-islamico, che, tanto più nel nostro tempo, spesso viene scarsamente considerato. Ne esce un libro volutamente breve ma in grado di scandagliare, con un linguaggio nitido, accessibile anche alle nuovissime generazioni, un rapporto ricco di sfaccettature, sullo sfondo di un Mediterraneo che prima di essere luogo di conflitti è stato, storicamente, area di contatto di popoli e saperi.

Nelle pagine di questo libro si dipana, in particolare, una lettura della storia che ritrova degli assi fondamentali nel tempo lungo delle relazioni e delle contaminazioni. Viene quindi sottolineato un ampio orizzonte di esperienze che hanno dimostrato di poter resistere, nei grandi tragitti, al trauma delle inimicizie e dei conflitti tra i popoli. Numerose vicende aperte ed esemplari, che tendono a scomparire nella percezione del passato, assumono in definitiva un rilievo non indifferente in scenari materiali e di senso più articolati, in cui lo scontro non riesce a impedire il cammino del dialogo interetnico, interreligioso  e interculturale. Un «breviario» di storia insomma, che, anche attraverso una cospicua rassegna iconografica, intende fornire risposte utili e comprensibili alle domande di conoscenza sulle questioni cruciali che attraversano il presente

Sicilia Archeologica di Sebastiano Tusa focalizza, da una serie di prospettive, i caratteri dell’isola dal Paleolitico all’Età del Bronzo, nei contesti del Mediterraneo. L’archeologo introduce gli argomenti trattati con tre scritti: un saggio autobiografico che evidenzia le radici di una scelta professionale maturata non senza problematiche esistenziali; un testo sulla storia dell’evoluzione epistemologica del pensiero scientifico inerente l’identità italica, tanto dibattuta soprattutto nel periodo tra le due guerre, da un inquadramento storico-filosofico-archeologico sul Mediterraneo; un saggio su Paolo Orsi, doveroso tributo trattando di preistoria e protostoria siciliane.

Di particolare interesse sono i saggi dedicati allo spinoso tema della religiosità dei popoli primitivi della Sicilia che ha appassionato e diviso generazioni di studiosi non soltanto in Sicilia. Argomento talvolta evitato talvolta abusato per spiegare ciò che l’archeologia didascalica e descrittiva non riesce a comprendere con le armi della comparazione etno-antropologica.

L’autore tratta inoltre dell’insorgenza agro-pastorale in Sicilia, ossia della transizione tra le società di cacciatori e raccoglitori e quelle di agricoltori e pastori. Il centro della ricerca è dedicato alla costa orientale della penisola di San Vito lo Capo, dove si trova la gigantesca Grotta dell’Uzzo.

Nel saggio conclusivo l’archeologo propone delle spiegazioni sulle reali radici etniche del popolo siciliano, convinto comunque che il carattere più distintivo della Sicilia sia quello del sincretismo antropologico, data la notevole ricchezza di strati, sostrati e parastrati popolazionali che questa terra di spiccata accoglienza ha nei millenni accumulato, dimostrando di non essere soltanto un’isola, ma un arcipelago di culture, religioni, popoli e tradizioni.