LO SPACCIATORE DI IDEE. UN PAESE IN SALDO….tra poco sarà Natale e dopo Capodanno …

servizio di Carmelo Bucolo ( un Siciliano al Nord )
In questi giorni e in quelli che seguiranno, più o meno tutti siamo e saremo come cloroformizzati. Indaffarati a fare regali più o meno superflui, ad ingozzarci di tutto e di più, per poi cercare di espiare i nostri peccati di gola con le ridicole corse o passeggiate lungo le strade inquinate dai gas di scarico. Insomma, viviamo la quotidianità delle feste come se questi fossero gli ultimi nostri giorni. Pensate sia finita? Nemmeno per sogno, dopo il Natale arriveranno i saldi e allora giù altre spese, altri bisogni da soddisfare in rispetto dell’infinita ingordigia dell’essere umano. Il nostro è un paese in saldo e tutti siamo in vendita. E non venite a lamentarvi se dopo aver speso 800 euro per uno smartfhone non trovate i soldi per pagare le bollette o non riuscite a fare la spesa. Oggi può accadere che durante il tempo libero le famiglie preferiscano frequentare i centri commerciali. Si entra per un caffè o una cioccolata e poi si esce col carrello pieno. La realtà è che dietro gli acquisti a tasso zero pagabili tra un anno, e gli innumerevoli sconti ai quali non si può rinunciare, ogni secondo che passa qualche famiglia italiana sparisce nell’indifferenza. Tutto è fatto a misura dei benestanti perché oggi ogni cosa è in vendita, il materialismo ha invaso tutte le arterie della vita, è il vero colesterolo delle persone. Ma ogni secondo che passa, dieci, cento, mille italiani spariscono nell’indifferenza. Occuparsi di loro? Per le regole del materialismo è tempo perso. Non portano voti, non fanno audience, non possono più consumare. E poi la povertà è come la morte del vicino di casa. Il giorno dopo non lo vediamo più alla riunione di condominio, finito. Ma non è così facile, credetemi. Perché quei dieci, cento, mille che non possono più pagare l’affitto, o la luce, o le medicine, sopravvivono ancora, sapete? Sono gettati per le strade, in qualche ricovero, i più fortunati nello scantinato di un amico, invisibili per la vergogna di non avere più soldi in circolo nelle arterie, quindi di non servire più a niente, neanche ai figli. Perché in Italia, oggi, ci si tramanda solo il denaro. Tutta la nostra classe dirigente è composta da materialisti. Basta accendere la TV per averne conferma. Siamo sotto il bombardamento delle nuove povertà di questa terza guerra mondiale scatenata dai soldi, e loro sono indenni, tutti. Perché tutti, indistintamente tutti quelli che vedete sullo schermo sono protetti come in un bunker. Quando parlano di povertà è come se provassero a parlare in sanscrito. Così non se ne esce, così perderemo la guerra e tanta brava gente. L’unico statista italiano è un papa argentino, Francesco, che ha detto una frase immensa che in pochi hanno colto: per combattere la fame c’è bisogno di sognatori. Va bene parlare della manovra economica, del reddito di cittadinanza, dei giochini incalliti tra Di Maio e Salvini, conditi dall’inutile e sterile opposizione di quella che un tempo fu la sinistra. Tutto è lecito, anche quando fa schifo, ma la priorità è tutt’altra: l’ingiustizia sociale. Nessun altro obiettivo è lecito se prima non ci si occupa tutti di questo grande illecito. È da delinquenti (o da materialisti puri) acconsentire che i nuovi poveri spariscano nell’indifferenza sociale assoluta. Le religioni non m’interessano ma la spiritualità sì, molto. Non siamo ciò che possediamo, siamo l’anima che doniamo. I veri politici devono donarsi. I veri politici sono dei missionari laici. L’Italia, per salvarsi, ha bisogno di una classe dirigente meno materialista e più spirituale. È questa la forza alla quale hanno sempre attinto i grandi statisti nei momenti più bui della Storia. Gli americani, dopo averci bombardato e distrutto per liberarci dal nazifascismo, ci hanno aiutati a risorgere. È il momento che gli italiani, se non vorranno essere ritenuti complici di questa crisi che miete migliaia di vittime invisibili, entrino in rivolta e caccino il nazifascismo del cuore, per liberare se stessi e i loro fratelli in difficoltà. È questa l’unica vera ripresa per la quale vale la pena di combattere, a rischio di perdere la poltrona. Ogni politico, con uno straccio di spiritualità, non può fingere più di non saperlo.