LO SPACCIATORE DI IDEE. LA SCRITTURA : UNA CONTINUA SCOPERTA

di Carmelo Bucolo ( un siciliano vero al Nord )

Io scrivo molto e non tutto ciò che scrivo mi piace. Ho accumulato nel tempo svariati tentativi di racconto, molti erano brutti, privi di un loro equilibrio e quindi impresentabili. Li ho giudicati passi falsi, li ho messi da parte o buttati via. Ma i passi falsi, per qualsiasi cammino e quindi anche per quello letterario, sono importanti quanto quelli che, a un certo momento, ci sembrano veri. Chi dice che la direzione giusta non venga da ciò che è stato scartato o che non ha suscitato clamore? Quando scrivo un racconto o una storia so che ci sarà un periodo più o meno lungo di tentativi sbagliati. E’ una fase che, seppur faticosa, la ritengo indispensabile e necessaria. Senza quelle prove, non saprei nemmeno riconoscere il momento felice in cui tutto pare muoversi con naturalezza. E d’altra parte, quando quel momento arriva, comincia anche l’ansia che se è andata bene oggi, non andrà bene domani. Infatti quasi sempre la scrittura torna alla pigrizia di partenza e si inceppa. Cosa faccio per riavviarla? Mi rileggo dal primo rigo in cerca del punto in cui è cominciato l’ingorgo. In genere non finisce bene. In letteratura come in musica, come in tutte le arti, l’improvvisazione è frutto di studio. Io improvviso e in modo premeditato. Il piacere di scrivere sta nelle variazioni inattese tra due stazioni pianificate. So sempre poco di ciò che scriverò. Se sapessi non dico tutto, ma anche solo abbastanza, me ne andrei a passeggio. Resto al tavolo volentieri solo se mi sorprendo. E più mi sorprendo, più mi pare di governare la pagina. La scrittura, quando hai l’impressione che sia venuta finalmente bene e possa andare in pubblico, ti pare all’improvviso leggera.