D.O.C. Faro. Viticoltura Eroica per vini di qualità.

Redazionale –
Viene praticata su terreni collinari con particolari criticità riguardo la fruibilità e la coltivazione, di favorevole c’è l’ esposizione e la ventilazione che fanno si che bastano pochi trattamenti per garantire una coltivazione naturale e anche biologica , ed è in questi luoghi , esattamente versante jonico e tirrenico della provincia di Messina che si coltiva la D.O.C. Faro.

La D. O. C. Faro fa riferimento ad una delle più prestigiose realtà vitivinicole siciliane alle quali l’enologia ed i vini della Sicilia Orientale devono tanto. Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera, Nero d’Avola, Gaglioppo e Sangiovese),le varie tecniche di vinificazione, rendono il Faro un vino veramente molto particolare. Basti pensare che utilizzando solo i vitigni “essenziali” si ottengono vini eleganti con tannini fini e di carattere, una freschezza che accompagna anche qualche durezza (data dal Nocera). L’aggiunta degli altri vitigni cambia e non di poco le caratteristiche del vino (a seconda delle percentuali che vengono utilizzate), dando dei vini più corposi, con tannini muscolosi. Se a questo aggiungiamo il cambio del terroir, la parte jonica è con pendenze notevoli, la parte tirrenica è altamente ventilata e risente maggiormente della vicinanza del mare, la vastità e la differenza fra un Faro ed un altro, è veramente impressionante dando un’ampia dimostrazione di come si possano avere vini così diversi, pur mantenendo un filo conduttore in un territorio di modeste dimensioni.

Non a caso recentemente a Savoca, l’AIS Taormina con il suo Delegato Gioele Micali e lo straordinario contributo di Onofrio Santoro e Natale Triolo, nella seconda serata di “E….state nei calici” denominata “Il FARO DELLO JONIO TRA SOLE E SALE”, l’hanno voluta fortemente dedicare alla D.O.C. Messinese del Faro ed a cui hanno preso parte alcune delle migliori aziende del versante jonico:

Cantine Bonfiglio che ha presentato il Faro D. O. C. Beatrice 2015. Vengono utilizzati tutti i vitigni del Disciplinare ad esclusione del Gaglioppo, anche se qualche prova con il vitigno calabrese è stata fatta. Si presenta con profumi balsamici e con nota iodata, e chiude con ricordi di liquirizia. Tannini vivaci, ma di buona prospettiva.

Le Cantine Cuppari hanno proposto il San Placido 2014, che escludendo il Galgioppo ottiene il Faro con Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera, Nero d’Avola e Sangiovese. Pur facendo uso delle stesse uve utilizzate nel Faro D. O. C. Beatrice, assume altri connotati organolettici. Mora e confettura emergono dal calice accompagnate da effluvi di erbe balsamiche. Tannini di grande personalità, che riescono a superare la spalla acida. Buona progressione ed una bella persistenza. Chiude con toni salmastri.

Chiano Conti produce un Faro D. O. C. 2014 basandosi sulle quattro “N” (Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola, Nocera). Le vigne si trovano sul lato del Mar Jonio. Vino di grande compostezza ed armonia. I tannini sono ben mitigati e la freschezza è ben bilanciata. Il finale è sapido – iodato. Non è da meno il corredo olfattivo, con note fruttate e floreali, sentori di humus e di china.

Questi sono delle realtà, ma anche degli esempi di come il territorio della provincia di Messina possa esprimere delle potenzialità ed incoraggiare ad investire nel campo vitivinicolo.

In conclusione questa degustazione ci ha dato modo di capire le differenze ed i punti che accomunano vini che caratterizzano una D. O. C., che fino a qualche decennio fa era a rischio di non essere più prodotta e che ora pian piano, sta ritornando a far parte del panorama enoico siciliano e non solo.

Francesco Gatto Sommelier
( AIS Taormina )