LO SPACCIATORE DI IDEE PENSARE POSITIVO ( AL NETTO DI BEPPE GRILLO )

di Carmelo Bucolo ( un vero Siciliano al Nord )

Ogni anno, con l’arrivo del nuovo anno, tutti, indistintamente, azzardiamo dei propositi, facciamo delle promesse, auspichiamo salute, felicità, mangiamo le lenticchie perché portano soldi, indossiamo mutande rosse e altre cazzate del genere. Concepiamo pensieri o mettiamo in atto gesti propiziatori che in qualche modo, dovrebbero costituire una sorta di salvacondotto verso un futuro che, anno dopo anno, ci appare incerto, nebuloso, precario. Ma al di là di queste consuetudini o tradizioni messe in atto dall’uomo (sebbene con modalità diverse) sin dalla notte dei tempi, ritengo che la nostra vita e il percorso che lo caratterizza, abbiano come unici protagonisti noi stessi. Fortuna, sfortuna, destino, fato o malasorte, non possono totalmente giustificare i nostri successi o fallimenti. Ritengo, invece, che una visione positiva della vita aiuti ognuno di noi, a trovare quelle condizioni favorevoli attraverso le quali sia possibile realizzarsi e, comunque, a rendere meno problematica un’esistenza già di per sé difficile, senza bisogno di evocare ovunque fantasmi. Ecco allora, che riattivare il nostro buon umore possa essere un ottimo motivo per iniziare il nuovo anno. Come si usa spesso dire, non tutto il male viene per nuocere e allora apprezzare il peggio (si, avete capito bene) è un buon metodo per essere sereni, e perché no, anche divertente. Si pensi alle persone che ci osteggiano, ai modi o ai ragionamenti altrui che disprezziamo, a tutto ciò che di solito ci fa schiantare i nervi, a quei piccioni indisponenti che ci lordano il terrazzo o ci sporcano la giacca appena acquistata. Adesso rivoltiamo il tutto come una frittata. Pensiamo agli esseri fantastici, alla grande musica, a tutto ciò che ci risulta bello, carezzevole, familiare, sacro, indice di fortuna e prosperità. E si rivolti la frittata un’altra volta, donando tutto questo a quelli che odiavamo, elargendo a tutti i piccioni del mondo il nostro amore, come farebbero per i loro figli tutte le mamme del mondo, l’effervescenza stellare del bacio più incantevole della nostra vita, dipingiamoli da capo a piedi con la luminosità incantata di una giornata d’infanzia al mare, insomma, pensiamo al contrario e resettiamo il cervello. Miracolo! Adoro i miei piccioni, senza non potrei stare. E invece di bestemmiare a quell’ovetto deposto proprio adesso in un angolino del balcone, lo curerò come se fosse la culla di mia figlia. E tu, caro nemico mio, cosa t’inventerai quest’oggi per guastarmi l’umore? Ti investirò di una tale mareggiata d’amore che ti sentirai avvolto da un manto d’ermellino e stelle e mi guarderai sbalordito: «Perché mi doni questo? Io sono cattivo con te!». No, sei sfortunato, è cosa diversa, ti meriti tutto il mio affetto perché non vedi, dietro il polverone di rabbia da te stesso alzato, la sovrumana bellezza della vita. Si, lo so, sembrano i discorsi deliranti di un pazzo! Non dico che sia facile ma è un metodo, una disciplina, un impegno costante, quasi un dovere, se non vuoi esistere invano, se vuoi sopravvivere…Amare per prima cosa tutto ciò che ci risulta odioso, colorare d’azzurro il nostro libro nero. Non c’è nulla di melenso al contrario, ci vuole una muscolatura spirituale da asceti. Però anch’essa si acquisisce un giorno dopo l’altro come gli addominali frequentando una palestra, e tra gli altri benefici, ti fa molto ridere, perché crea un buffo scompiglio emotivo in chi ci vuole male, sconvolge i suoi malsani piani, destabilizza le sue certezze, fa scricchiolare le sue convinzioni, trasforma gennaio in ferragosto, gli uomini in albatro, e questo mediocre inferno quotidiano nel paradiso di tutti i giorni!