LO SPACCIATORE DI IDEE. BELLEZZA E CONOSCENZA, DUE SINONIMI

LO SPACCIATORE DI IDEE

di Carmelo Bucolo ( Un Siciliano Vero al Nord )

Quando si parla del gusto del bello, noi non facciamo altro che esercitare la facoltà di giudicare un oggetto o un tipo di rappresentazione mediante un piacere o un dispiacere, senza alcun interesse personale. E questa è una riflessione molto importante in una società come la nostra dove ogni azione, ogni gesto, deve rispondere a un profitto. La bellezza, al contrario, ci insegna che esistono piaceri (o dispiaceri) che afferiscono esclusivamente alla sfera del gratuito e del disinteressato. Due parole ormai desuete, in un lessico quotidiano sempre più dominato dall’ossessione del guadagno e dall’angoscia di non sprecare il tempo. Letteratura, musica, filosofia, arte ci aiutano a capire che esistono cose fondamentali, senza le quali non potremmo vivere, che sfuggono alla logica utilitaristica e che servono esclusivamente ad arricchire lo spirito. Il tema non è possedere qualcosa, ma godere di qualcosa. Spetta alla bellezza, insomma, testimoniare che si può gioire senza avere benefici economici o pratici. Contemplare un monumento, ammirare un quadro, ascoltare un concerto, leggere un romanzo o una poesia, significa vivere un’esperienza in cui conta solo la nostra adesione disinteressata. Si tratta di questioni decisive in una società in cui l’intero sistema educativo, la ricerca scientifica e le nostre stesse relazioni personali sono inquinate dalla dittatura del profitto e della rapidità, dalla miope visione che sia utile solo ciò che produce soldi e benefici pratici. La bellezza non occupa purtroppo il ruolo centrale che dovrebbe avere. Le maggiori potenze, pronte a mobilitarsi per un pozzo di petrolio, le abbiamo viste indifferenti alla distruzione di templi e statue, di documenti antichi e preziosi manufatti artistici. Eppure si tratta di un patrimonio che, per il suo valore universale, riguarda l’intera umanità: il Colosseo non appartiene a un popolo o una nazione, ma a tutti gli esseri umani. Restare indifferenti di fronte alla distruzione irreversibile della bellezza, significa essere moralmente complici di chi la distrugge. Nelle sue molteplici espressioni estetiche la bellezza non suscita solo emozioni, ma è anche un importante strumento di conoscenza. Ci fa capire che l’umanità è al contempo una e diversa e che i singoli individui recano in sé qualcosa di universale. E che la comprensione umana ci aiuta a riconoscere l’identità comune nell’altro, nello straniero, nel diverso attraverso la condivisa possibilità di provare dolore e felicità e, nello stesso tempo, ci permette di cogliere la differenza presente nel carattere, nelle credenze, nei costumi. Ecco perché, sono sempre più convinto che compito fondamentale degli esseri umani sia preservare la bellezza, per rendere più umana l’umanità.