Tratto dal libro ”Furci Tamarì” di Vittorio ”Alberovivo” Gregorio
IL RADIATORE
Il tasto pigia, ogni mattina, Gina: per uscire dai sonni verdi
della notte, non c’è meglio che un po’ di musica frizzante.
Una radio. Ma chi fù il radiatore? L’idea radiosa venne
ad un Gatto, Franco, in una notte di poco sonno.
Franco cerca e trova altri tre, che avevano, da vendere,
gnegnu e volontà.
Certu, manca a filigrana. Ma che vuol dire? Per vincere una
montagna basta un pezz’i corda.
Il solito Bocciatutto, sentenzia: <<’N’arradiuuu?
Chista sì, ch’è na pazzia!!!>>
E tuttavia, nel marzo ottantacinque, dopo aver superato problemi
vari di tori inferociti, vaccari gelosi e antenne capricciose, ce la fanno,
mentre Bocciatutto s’affanna a dire: << Si, vabbè! Ma, anveci di
n’arradiu, non era più migliore….>>
La chiamano, notare la modestia, Impero.(Empire)
E, d’anno in anno, dai paesi limitanti, le onde si spingono piu in là.
Altre radio muoiono. Lei no. E il menù non offre sempre pasta e ceci.
Ora l’ascoltano gli odontoiatri ed i commercialisti, le professoresse
di latino, gli ipertesi, i tranvieri, preti e sacrestani, nuore e suore,
Dino, Pino, Gino… e Gina? Ma certo. Anche se è sposata e un po’ spossata.
Franco ha fondato una radio che ha sfondato.
NOTTE FURCESE
Stasera, amor mio, felice ti vedo, felice mi sento:
mi par di sognare.
Non senti la luna cantare? Rider le stelle non vedi?
Questa magica notte furcese vorrei non finisse mai.
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Io e Carmelo Cocuccio, alle 10 di ogni lunedì, leggevamo un
libro dai microfoni di Radio Empire
E il libro arrivava nelle cucine, nei negozi, negli uffici….
Grazie Empire
