Eduardo Saitta è il “Cittadino Nofrio”. La commedia di Russo Giusti, rivisitata e diretta da Antonello Capodici, in scena al Musco da giovedì 17 novembre

CATANIA. Secondo appuntamento con il cartellone della tradizione al Teatro Angelo Musco di Catania. Dopo Gino Astorina, in scena un altro beniamino del pubblico catanese. Eduardo Saitta sarà il protagonista di “Cittadino Nofrio”, divertente commedia di Antonino Russo Giusti, rivisitata per l’occasione dal regista Antonello Capodici. Lo spettacolo debutterà giovedì 17 novembre, alle ore 19, e sarà poi replicato venerdì 18 (ore 21), sabato 19 (ore 17.30 e 21), domenica 20 (ore 18), venerdì 2 (ore 21), sabato 3 (ore 17.30 e 21), domenica 4 dicembre (ore 18). In scena con Eduardo Saitta ci saranno Turi Giordano, Katy Saitta, Aldo Mangiù, Eleonora Musumeci, Marco Fontanarosa e Viviana Toscano, con la partecipazione straordinaria di Salvo Saitta.

In una Catania povera e popolare di inizio Novecento, un nucleo di improbabili rivoluzionari cerca di sollevare una sommossa proletaria, organizzando una clownesca strategia del terrore. Al centro dell’esilarante vicenda (che oggi definiremmo “fantozziana”) finisce – suo malgrado – il poverissimo ciabattino Nofrio, che, da spettatore anonimo, diventa prima artefice e poi vittima. Alla fine, come sempre succede nel classico intreccio della commedia all’italiana, i poveri restano poveri ed i rivoluzionari anche. Su tutti, aleggia persino una sorta di complottismo ante-litteram, impersonato da un’ancor più improbabile agente provocatrice – venuta da chissà dove – che si fa chiamare agente “K”.

“Insieme con Martoglio – spiega il regista Capodici – Russo Giusti è l’autore teatrale siciliano più rappresentato. Ma oltre alle celeberrime commedie “Gatta ci cova” e “L’eredità dello zio canonico”, ambedue portate al successo da Musco e persino trasformate in pellicola, ci ha lasciato un patrimonio inestimabile di altre pagine meno frequentate: spesso perché non in linea con i canoni teatrali della sua epoca, ma straordinariamente premonitrici di situazioni future e, perciò, fuori da ogni contesto prestabilito. E’ il caso di questa deliziosa farsa/commedia, nella quale vengono prese in giro e ridicolizzate le velleità rivoluzionarie di un popolo in fondo superficiale, vanesio e tornacontista, come quello siciliano. Non che l’Autore non ne ravvisi anche lati positivi, come la sincerità, il buon cuore, una certa dose di ironia e spensieratezza, ma si intravede in filigrana, dietro lo sberleffo comico, anche una amara considerazione di immobilismo e rassegnazione. Oggi – aggiunge il regista – la vicenda è più che mai d’attualità, circondati come siamo da un senso strisciante di insicurezza e di sospetto. Si ride dei disastri combinati dai “rivoluzionari” come oggi ridiamo di Peter Seller in “Hollywood Party” o di Mr Bean, ma al tempo stesso siamo portati alla riflessione, perché percepiamo subito come, in un solo istante, la farsa possa trasformarsi nella tragedia della storia. E’, infine, quella della drammaturgia siciliana della prima metà del novecento (Martoglio, Russo Giusti, Macrì, Sabato Agnetta, Romualdi, Vanni Pucci) una stagione di limpida disamina sociale e gigantesca invenzione scenica, una sorta di epocale coscienza collettiva – conclude Capodici – che si materializza in teatro, trovando spunto nel naturalismo interpretativo dei mostri sacri: Grasso, Musco, Virginia Balistreri, Umberto Spadaro, fino ad arrivare all’immenso Turi Ferro”.

Eduardo Saitta è un talento atipico della scena siciliana e nazionale, perché formatosi secondo la tradizione nobilissima sopra citata. Esordisce ancora bambino allo Stabile di Catania, in uno spettacolo monstre con la regia di Lamberto Puggelli e poi al seguito del grande Turi Ferro. Un esercizio costante di applicazione, che è tracimato in linguaggi del contemporaneo ma senza smentire mai quel segreto faticosamente imparato a bottega. Il risultato è che Saitta riesce a commistionare una sorprendente sapienza classica con una agilità dell’oggi, tanto da renderlo amato sia come interprete di repertorio che come brillante di una drammaturgia contemporanea, sia come autore di sé stesso sia come personaggio televisivo. “Non è stato facile calarsi nella parte – spiega Saitta – perché Nofrio, come ogni essere umano, è vulnerabile e cangiante. E’ come se dentro di lui convivessero tante altre personalità e sfaccettature. Lui vive in una Catania povera e in preda alla fame, quindi quando gli si prospetta di guadagnare dei soldi e di rimettere in sesto la famiglia, non esita a imbarcarsi in questo piano rivoluzionario. Inizialmente, è un personaggio opportunista e cinico, ma poi, davanti alla responsabilità della tragedia che il suo gesto avrebbe provocato, sa anche guardarsi dentro e capire che non può farlo. Ecco, io proverò a far emergere questa positività”.

Per informazioni sullo spettacolo: Tel. 095 538188 – 333 7781632 – 345 3993368. Orario botteghino presso Teatro ABC: da martedì a sabato 16:00/20:00, giovedì anche 10:00/13:00. Costo del biglietto: 20 euro (è accettata la “carta del docente”). Biglietti online su www.botteghinoweb.com