Lo chiede Archeoclub Area Jonica Messina che ha presentato il museo immersivo di Casalvecchio ad ArcheoExperience di Agrigento
Anche la sede Area Ionica Messina ha preso parte sabato scorso, presso la Sala Livatino del Museo Arcivescovile di Agrigento, all’incontro con le altre sedi di Archeoclub d’Italia ed associazioni nell’ambito di ”ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori”, organizzato “in trasferta” dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum in occasione della promozione di Agrigento Capitale della Cultura 2025.
Area Jonica Messina ha scelto di presentare il museo immersivo realizzato a SS. Pietro e Paolo d’Agrò, con l’intervento di Ketty Tamà dopo l’introduzione di Filippo Brianni, rispettivamente vice presidente e presidente del sodalizio. “In questi anni – ha detto Brianni – abbiamo collaborato coi comuni di Roccafiorita e Casalvecchio Siculo aiutandoli a far sorgere sul territorio due strutture espositive diverse nel loro genere ma in grado di adattarsi alla realtà in cui sono collocate, il Museo della Madonna dell’Aiuto e quello immersivo di S. Pietro”. Ketty Tamà ha spiegato come nel museo casalvetino, “attraverso l’utilizzo della forma museale immersiva abbiamo voluto raccontare in maniera semplice, piacevole, inclusivain quanto accessibile agli studiosi ed anche ai bambini la storia della nostra meraviglia”.
L’intervento di Ketty Tamà è terminato con l’immagine, presente al museo, del Conte normanno Ruggero II, al quale si deve, tra l’altro, la rifondazione nel 116 dell’abbazia di Casalvecchio Siculo.
E Ruggero II ha reso famoso un particolarissimo mantello, il cosiddetto “Mantello dell’incoronazione di Ruggero II”, realizzato nei laboratori del palazzo reale di Palermo e che attraverso poche immagini è in grado di sintetizzare e proiettare la storia di quel periodo, 1134, quando – recita l’iscrizione in oro ricamata sul mantello – nella Capitale della Sicilia “hanno dimora felicità e onore, benessere e perfezione, merito ed eccellenza”. Un mantello di ben 3,5 metri dove coesistono elementi latini col ricamo arabo e la tecnica tessile bizantina.
L’opera d’arte è oggi custodita nella Stanza dei Tesori del Museo di Arte e Storia di Vienna, sito in Piazza Maria Teresa d’Austria ed avrebbe essere restituito nel 1918; durante il Nazismo, insieme ad altri oggetti, fu portato a Norimberga e poi nuovamente a Vienna.
Il direttivo di Archeoclub Area Jonica (Filippo Brianni, Ketty Tamà, Daniela Fileti, Santino Scarcella e Mimmo Costa) ha consegnato al presidente nazionale di Archeoclub d’Italia, Rosario Santanastasio, un documento in cui si chiede di avviare un’interlocuzione con le istituzioni affinché questa opera torni nella sua giusta collocazione a Palermo. “Per il museo e per la storia austriaca – scrive Archeoclub – il Mantello di Ruggero II non rappresenta ciò che rappresenta per la Sicilia; per la nostra storia è uno dei punti più alti della sua cultura e del sincretismo che ci rende unici ed ha reso unico il suo luogo di produzione, ovvero i laboratori reali del tiraz. Sotto il suo mantello Ruggero II accolse i cristiani, gli ebrei, i musulmani della sua corte, i maestri tessitori che avevano intrecciato per lui i nodi di porpora e d’oro del magnifico emblema del cosmo” . L’iniziativa ha già ricevuto l’adesione informale di diverse sedi Archeoclub presenti ad Agrigento.
S Alessio Siculo, 30.09.3024
ARCHEOCLUB
AREA JONICA MESSINA A.P.S.
Il Presidente
Avv. Filippo Brianni