Si è spento a Roma, all’età di 89 anni, Pippo Baudo, il volto più iconico della televisione italiana. La notizia della sua scomparsa ha commosso l’Italia intera: colleghi, artisti e istituzioni hanno ricordato un uomo che per oltre sessant’anni ha saputo tenere compagnia a milioni di spettatori, diventando parte integrante della nostra memoria collettiva.
Un gigante della tv
Nato a Militello in Val di Catania nel 1936, Baudo ha rappresentato la RAI e la televisione italiana come nessun altro. Con programmi come Canzonissima, Domenica In, Fantastico e Novecento, ha scritto pagine di storia dello spettacolo, fino al record delle 13 edizioni del Festival di Sanremo condotte, due delle quali anche da direttore artistico.
Lo chiamavano Superpippo, e dietro a quel soprannome c’era la sua straordinaria capacità di essere sempre puntuale, elegante, professionale, ma anche vicino al pubblico. È stato un talent scout instancabile, lanciando artisti che avrebbero segnato la musica e la tv italiana.
L’orgoglio di un siciliano
Baudo è stato anche un simbolo del suo Sud. Da siciliano, ha portato in prima serata non solo il suo talento, ma anche l’orgoglio delle proprie radici, riuscendo ad abbattere molti pregiudizi che negli anni pesavano sui meridionali. Con la sua cultura, la sua preparazione e il suo stile ha dimostrato che il Sud poteva essere sinonimo di eccellenza, di intelligenza e di modernità. In un’Italia spesso divisa da stereotipi e luoghi comuni, la sua figura è stata un ponte di riscatto e di dignità.
Il ricordo personale
Scrivendo oggi della sua scomparsa, non posso evitare di tornare alla mia esperienza. Da bambina lo guardavo in televisione affascinata: mi colpiva la sua cultura, la sua sicurezza e quel modo unico di rivolgersi a tutti senza mai sembrare distante. Crescendo, ho continuato ad apprezzare la sua capacità di comunicare con naturalezza e rispetto, trasformando ogni parola in un insegnamento.
Ho sognato, e sogno ancora, di saper comunicare come lui: con quella chiarezza, con quella eleganza, con quella forza gentile che lo hanno reso immortale.
Un addio che è anche gratitudine
Con Pippo Baudo non perdiamo solo un conduttore, ma un modello di comunicazione e professionalità. La televisione che ha rappresentato era fatta di cultura e intrattenimento, di garbo e spettacolo, di rispetto per il pubblico. E per noi siciliani, era anche la prova vivente che si può emergere e diventare simboli nazionali senza mai rinnegare le proprie radici.
Oggi, nel salutarlo, non posso che dirgli grazie. Grazie per averci insegnato che parlare in tv significa anche ascoltare, che intrattenere può voler dire crescere insieme, e che la vera eleganza sta nel saper arrivare a tutti.
Carolina Foti
Articolo
Omaggio a Pippo Baudo
