di Carmelo Bucolo ( un Siciliano vero al Nord)
Addentrandosi tra le pagine de “LA CONGIURA DEL DESTINO” la cui trama riserva momenti di puro cinismo e durezza, è difficile credere che si tratti di un inno alla speranza. E’ come i fiori: evocano la vita ma anche la morte. Sono belli, ma appassiscono presto. Rappresentano l’inverno che diventerà primavera, e la primavera estate, amore. Anche nelle cose cattive c’è un barlume di bontà, sta agli uomini saperla attentamente distillare. Ho scritto questo libro in un momento delicato, un tempo di sofferenza che non si è concluso. Da qui la ricerca della gioia. Che non può esserci senza sofferenza. Solo quando c’è dolore si può vedere la gioia. Una parola spesso abusata, banalizzata, commercializzata, che però, porta dentro oggi un senso di rivoluzione. Tutti possediamo un lato intuitivo e un lato razionale: navighiamo tra i due. Personalmente mi sento più a mio agio con la parte intuitiva, è da lì che preferisco partire. Bisogna ascoltare col cuore, col ritmo, con la musica, non con la testa.
