LO SPACCIATORE DI IDEE. La Sicilia dentro…….

di Carmelo Bucolo ( Professore al Nord )

Non è la prima volta che dibatto sulla mia Sicilia. Nel farlo mi assale sempre un misto di orgoglio, emozione, rimpianto, delusione, rabbia, speranza. Molti sostengono che la Sicilia è un’isola. Certo, come affermare il contrario, lo dicono le carte geografiche, le foto satellitari. Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto di isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è mischiato, cangiante, contraddittorio, come nel più composito dei continenti. La natura e l’animo siculo sono tra i più complessi e straordinari che si possano incontrare, e chi ha avuto modo di averci a che fare se n’è accorto. Ogni siciliano è, di fatto, un’irripetibile ambiguità psicologica e morale. E la stessa radice comune dei siciliani, la loro essenza, è sempre in bilico fra mito e sofisma, tra calcolo e demenza. Troppe se ne dicono, sulla Sicilia, troppe storie, nel bene e nel male. Nessuno le dimostra indifferenza. Tutti hanno preso e dato, in quest’isola. Tutti hanno ceduto all’incanto e all’efferatezza della sua anima. Ognuno ha rievocato un cliché, alla parola Sicilia. Di questa terra, si raccontano storie note e meno note, celebri e segrete. Esse narrano l’animo siciliano, l’inclinazione anarchica, l’inventiva, la guasconeria, la mania di esagerare, ma anche la diffidenza e la fragilità isolana. Una terra di contrasti, forte di accadimenti epici, di colonizzatori stranieri, di promesse e di silenzi assordanti, di santi e di criminali, di eroi e di pusillanimi. La Sicilia: un miscuglio genetico di meraviglia, fango, sole e canti di sirene. Ogni tentativo di parlare della Sicilia, cosa che i siciliani amano fare tra loro e con gli altri, finisce per tenere conto di quest’isola plurale, che contiene in sé paesaggi, stratificazioni storiche, abitudini, incrostazioni dialettali che rimandano a estremi apparentemente opposti ma spesso coincidenti. La duplicità come ricchezza, dunque. La conoscenza degli eccessi come grimaldello dello spirito, una sorta di codice applicabile a ogni latitudine per interpretare l’animo umano. L’intelligenza siciliana, esercitata in queste due forme di pensiero, ha una luce che nessun altro popolo possiede. Per questo più volte ho affermato (consapevole di apparire presuntuoso) che i siciliani sono i più intelligenti del Mediterraneo e quindi del Mondo!
GOETHE : L’ITALIA SENZA LA SICILIA NON LASCIA IMMAGINE ALCUNA NELLO SPIRITO. QUI E’ LA CHIAVE DI OGNI COSA.