La musica popolare ed il concetto di identità secondo il maestro Eugenio Bennato – ai microfoni di Radio Empire

Il maestro Eugenio Bennato è un artista napoletano che nella sua lunga carriera, è riuscito a portare la musica popolare al grande pubblico.
Ai microfoni di Radio Empire racconta a Gianluca La Limina e Natale Triolo, il suo rapporto con la musica napoletana: “La musica napoletana la vivo da sempre, ma con l’intenzione di girare il mondo. Il primo giro, negli anni 60′, è stato quello di partire da Napoli e andare al sud per riscoprire dei ritmi del sud che in quell’epoca erano abbastanza ghettizzati e messi da parte. Oggi invece ritornano alla grande, dalla Puglia alla Sicilia, dalla Calabria fino alla Basilicata. Napoli per me è stato il punto di partenza per riscoprire questa grande energia.”
Eugenio Bennato ha sempre sentito una spinta per la ricerca della musica popolare:“All’inizio mi spingeva la ricerca della bellezza che esiste in un tamburello salentino, in una melodia del Gargano. Poi questa scelta l’ho confermata in un mondo in cui il sud si contrappone al nord dominante. Questo, in realtà, diventa un discorso più generale che oggi è assolutamente attuale. Oggi, infatti, abbiamo la musica di consumo da un lato, quella imposta dalle multinazionali, quella che impone a molti talenti italiani emergenti di cantare in lingua inglese e rifarsi a modelli che vengono da fuori. Dall’altra parte c’è l’identità: i nostri dialetti, i nostri ritmi, la nostra unicità nel mondo. Nel mondo globale è importante che ognuno segua la propria identità”.
La carriera musicale del maestro Bennato conta tantissimi concerti in italia e all’estero nonché due partecipazioni al festival di Sanremo, nel 1990 con il brano 900 Auf wiedersehen e poi nel 2008: “La prima volta sono andato con Tony Esposito, napoletano come me. Noi eravamo lì incuriositi e divertiti da questo mondo in cui ci sentivamo un po’ ai margini, fuori luogo. Ma con Tonino ci divertimmo moltissimo senza farci coinvolgere dal giro che impera in Sanremo. La seconda volta invece, nel 2008, un grande personaggio della televisione, un amico siciliano che è Pippo Baudo, mi chiamò personalmente e mi disse che per il suo l’ultimo Sanremo avrebbe voluto fortemente la musica del sud. Così io presentai la canzone Grande Sud che fu una rivoluzione di strumenti che a Sanremo non si erano mai visti, come ad esempio il tamburello. Insomma è stata una bella esperienza per la quale devo ringraziare il vostro conterraneo Pippo Baudo”.
Eugenio Bennato ci racconta l’evoluzione del progetto Taranta Power, un movimento fondato nel 1998 che contribuisce a promuovere la musica popolare italiana:”Mi viene in mente l’ultimo viaggio che ho fatto un paio di settimane fa a Messina durante il quale ho ricevuto messaggi da musicisti che all’epoca di Taranta Power agivano ma non avevano avuto la mia intuizione, quella di fondare un movimento. Questa intuizione ha avuto un seguito storico, perchè, da quel momento, nelle piazze d’Italia sono stati organizzati festival, incontri e concerti dedicati alla musica popolare. Per cui posso affermare di essere stato l’ideatore di un movimento che oggi è ancora sotto gli occhi di tutti”.
In questo momento storico difficilissimo, gli artisti non hanno la possibilità di esibirsi in un concerto pubblico. Il 5 gennaio scorso però, a Messina, nella bellissima chiesa gotica di Santa Maria Alemanna, Eugenio Bennato ha partecipato ad un concerto organizzato dall’associazione Kultura Virus: “Come in tutte le cose ci sono i pro ed i contro. Il contro è fare un concerto senza pubblico ma con una squadra di operatori siciliani molto bravi a cominciare dal regista, dal fonico fino alle luci. Una location straordinaria di muri antichi, di storia che trasuda dalle pareti, ma stato un concerto senza pubblico. Questo significa che si punta tutto sulla sensibilità del musicista e dell’esecutore. Diciamo una sensazione abbastanza spiazzante ma per certi versi anche emozionante. Io mi auguro che torni il pubblico, che è la nostra linfa più importante. Però nel frattempo la musica che si muove in un ambiente silenzioso sottolinea ancora di più tutte le sfumature di una melodia e di un testo”.

Il concerto aveva come titolo: Qualcuno sulla terra e sono stati presentati dei brani inediti sulla natività. Un viaggio attraverso la storia dell’uomo, insieme ad un ensemble Le voci del sud: “Il titolo Qualcuno sulla terra ha un senso forte. Per ciò che succede nella storia, si addossa la responsabilità a chi ci guida a chi ci governa. Ma la storia la facciamo noi, la facciamo giorno per giorno con le nostre menti e con la nostra sensibilità. Per cambiare il mondo c’è bisogno dell’intervento di ognuno di noi e della nostra coscienza. Nel mondo qualcosa non funziona e va cambiato, indipendentemente da questa emergenza e ho voluto enfatizzare il compito divino che ha l’uomo di migliorare il mondo”.
Eugenio Bennato dice di essere impegnato attualmente nella scrittura di cose nuove influenzate da ciò che stiamo vivendo: “Sono soprattutto idee musicali e poetiche legate all’affermazione dei diritti dei più deboli. “Che il Mediterraeo sia” è un canto dedicato ai migranti, a quelli che sono ai margini della storia. Ma non voglio dire niente di più perchè la musica nasce per meccanosmi misteriosi, per cui mi limito a dire che per il futuro c’è la voglia di tornare a riabbracciare il mio pubblico”.

Eugenio Bennato è stato ospite telefonico durante il programma Il Sabato del Villaggio, il 16 gennaio 2021.

Marika Mannino